BERTELLI. Teatro delle città d’Italia.
1616
BERTELLI, Pietro. Teatro delle città d’Italia.
Vicenza, Dominico Amadio Libraro all’ Ancora, 1616
8vo oblungo; 150x220 mm. Legatura coeva in cartonato marmorizzato, titolo manoscritto su etichetta al piatto anteriore; Marca tipogr. xil. al Frontespizio raffigurante un angelo con giglio in mano. Pp. 8 nn. compreso Front., 238 (su 242), 2 b. Mancano le pp. 1-4 con veduta di Roma antica. Testatine figurate e Capolettera istoriate. Carta dell’Italia e 65 (su 66) Tavole inc. in rame n.t. Tracce d’umidità e tracce d’ossido, frontespizio con mancanza all’angolo superiore interno. Note manoscritte al frontespizio in inchiostro bruno. Alcune tavole un pò rifilate al margine, ma generalmente bene impresse. Carta dell’Italia rifilata in alto, piante di Pisa e Pavia rifilate in basso leggermente, Bergamo e Fondi rifilate leggermente a destra; Frascati con ampia mancanza. Buon esemplare.
Rara prima edizione illustrata e aumentata in italiano. Il “Theatrum Urbium Italicarum” è una delle più celebri pubblicazioni di Pietro Bertelli. Anonimo è l’autore del testo che secondo Mazzucchelli poteva essere lo stesso Bertelli. Le incisioni, con piante e vedute prospettiche di mano di più incisori, sono accompagnate da una descrizione in italiano. La prima tavola è la carta generale dell’Italia, poi sono illustrate le più importanti città tra cui: Roma, Venezia, Napoli, Milano, Genova, Firenze, Bologna, Padova, Treviso, Serravalle, Palma, Udine, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo, Crema, Piacenza, Cremona, Cagliari, Torino, Parma, Reggio, Ferrara, Pavia, Mirandola, Tortona, Forte di Foentes, Mantova, Rimini, Pesaro, Nettuno, Fano, Urbino, Ancona, Loreto, Orvieto, Acquapendente, Sulmona, Assisi, Rocca Contrada, Nocera, Spoleto, Camerino, Siena, Lucca, Pisa, Perugia, Viterbo, Frascati, Terracina, Tivoli, Velletri, Trento, Pozzuoli, Mola, Gaiazzo, Gallipoli, Fondi, Taranto, Palermo, Messina, Catania, Malta e Trapani. Le città sono rappresentate in genere in proiezione assonometrica o con vedute a volo d’uccello, rappresentarono un modello per i successivi cartografi e incisori, che continuarono a riprodurle con qualche variante per tutto il XVII secolo.