DIODATI. La Sacra Bibbia.
1641
DIODATI, Giovanni. La Sacra Bibbia.
Geneva, Pietro Chovet, 1641
Folio piccolo, 295x190 mm. Legatura in piena pelle. Titolo in oro su tassello e fregi dorati al dorso. Tagli rossi. Marca tipografica al frontespizio. Pp. 837; 148; 331; 68, [2]. Note di possesso manoscritte al frontespizio. Manca l’antiporta incisa dal Bosse. Leggero foxing e bruniture su alcune carte, per il resto buon esemplare.
Seconda edizione della traduzione italiana della Bibbia protestante di Giovanni Diodati rivista e notevolmente ampliata dopo la prima edizione del 1607. In questa versione gli apocrifi sono alla fine del libro del profeta Malachia, mentre alla fine è presente una versione in rima dei Salmi dello stesso Diodati. Se la prima edizione non era passata inosservata alla Chiesa, la seconda del 1641 sollevò preoccupazioni ancora maggiori tanto che il cardinale Antonio Barberini, fratello di papa Urbano VIII, scrisse all'inquisitore di Firenze preoccupato per le opinioni false ed eretiche dei ministri ginevrini colpevoli di aver dato vita a “scritture piene di veleno delle loro perfide eresie… cercano insidiosamente di intrecciare tra loro le versioni della sacra scrittura”. La Bibbia del Diodati, considerata un fondamentale documento linguistico e letterario nonché la più bella versione in italiano del testo sacro, rimase in vigore nella Chiesa valdese fino al 1924.
Gamba, 1799; Ebert, 2269.